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Sez. VII - Delle luci e delle vedute - Art. 900 - Specie di finestre

Le finestre o altre aperture sul fondo del vicino sono di due specie: luci (901 ss.), quando danno passaggio alla luce e all'aria, ma non permettono di affacciarsi sul fondo del vicino; vedute o prospetti (905 ss.), quando permettono di affacciarsi e di guardare di fronte, obliquamente o lateralmente.

Questo articolo definisce solamente le aperture o finestre aperte in una parete e le distingue in finestre lucifere o luci che hanno solo la funzione di dare luce ed aria ad un locale e in vedute o prospetti se hanno anche la funzione di consentire di affacciarsi e di guardar fuori in una qualsiasi direzione. Non rientrano quindi nella nozione di finestra le pareti di vetro o di vetrocemento che non sono aperture.
Il legislatore non ha preso in considerazione l'ipotesi di una parete tutta in vetro trasparente, come si usa nelle costruzioni moderne. Essa mio avviso vanno assimilate alle finestre perché non consentono la comunione del muro (fortunatamente ora il problema è risolto dai regolamento locali!).
Le luci possono infatti avere le più svariate dimensioni, da semplici fori o feritoie a grandi aperture. La luce non presenta all'esterno alcun aggetto o sporgenza, ma deve essere a filo della parete.
Le vedute o prospetti hanno invece la caratteristica di consentire di guardare fuori (finestre vere e proprie, dette finestre prospettiche, loggiati) oppure di sporgersi oltre la parete su cui insistono (balconi).
Sono vedute dirette quelle che consentono di guardare verso il fondo del vicino in linea perpendicolare rispetto alla parte su cui insiste l'apertura; sono vedute oblique quelle che consentono di vedere, senza sporgersi dall'apertura, un fondo che si trova alla sinistra o alla destra rispetto al fondo visibile con veduta diretta (ovviamente se su un fondo si ha veduta diretta e obliqua perché è molto ampio, la veduta si considera tutta diretta); la veduta è laterale se per vedere l'altro fondo occorre sporgersi dall'apertura e guardare lateralmente; la veduta obliqua assorbe quella laterale.



Le aperture a e b sono luci regolamentari; quella a pianterreno ha il suo lato inferiore (soglia) ad almeno m 2,50 e quella al piano superiore ad almeno m 2 dal pavimento.
La luce si trasforma in veduta se A crea entro il suo locale uno stabile rialzo (soppalco, ad es.) che riduce la prescritta altezza della soglia.
Le altre aperture sono qualificabili come vedute; il terrazzo e forma una veduta perché il parapetto è alto meno di due metri.

In tutti i casi sopra illustrati si è di fronte ad una veduta diretta di A verso B perché da ogni apertura si può guardare verso il fondo di B senza necessità di sporgersi. Il fondo B si vede anche con veduta obliqua, ma questa è assorbita da quella diretta.



In questi casi invece si hanno solo vedute laterali od oblique verso B perché il fondo di B si può vedere solo sporgendosi dalla finestra. Nel caso del balcone, la veduta è obliqua solo se la parete abc è formata da un muro alto almeno 2 m.; se è più basso si ha una veduta diretta.



In teoria si può affermare che la veduta dal lato cb è obliqua; in pratica ai fini delle distanze prevale la veduta da ab che è diretta.

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