MORI'S HUMOR PAGE

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Quello che veramente ci dice la Genesi

Edoardo Mori
Ex ore tuo te judico

 

Esisteva un essere. Neppure lui sapeva chi fosse. Quando glielo chiedono risponde "io sono colui che sono"; come dire "io sono io". S. Giovanni afferma che prima dell'Essere c'era la parola; forse che qualche cosa nasce dalle chiacchiere?
    Non si sa dove risiede; forse ovunque; ma perché improvvisamente cambia e decide di creare qualche cosa? Un essere infinito e onnipotente è già tutto nello spazio e nel tempo e non può cambiare. Dal fatto che il settimo giorno si riposa si potrebbe dedurre che egli doveva lavorare per tutti gli altri sei giorni; forse era una specie di coltivatore diretto perché è lui che coltiva direttamente il giardino Eden e ci va a passeggiare e a prendere il fresco.
    Crea una terra informe con l'acqua e le tenebre. Quello delle tenebre è un mistero: forse che c'era la luce e l'essere creò il buio? O non c'era assolutamente nulla? Ma perché creare una cosa al buio? Non era meglio prima creare la luce in modo di non far casini al buio?
    Però bisogna dire che si accorge subito dello sbaglio e già nel primo giorno crea il giorno e la notte. Nessuno ha mai capito che bisogno ci fosse della notte; sembra di capire che dopo aver fatto lo sbaglio di creare le tenebre, abbia rimediato a metà, conscio del fatto che non aveva senso creare una cosa che egli non poteva vedere.
   Il secondo giorno continua nelle correzioni: manda metà dell'acqua in cielo a far le nuvole e l'altra metà a fare il mare. Recuperata così un po' di terra, fa crescere i vegetali. A che servivano i vegetali se non c'era nessuno per mangiarli? Qualcuno dirà: "per fare ossigeno"; ma perché mai se nessuno lo respirava? E come producevano l'ossigeno se non c'era ancora il sole? Finita l'operazione egli dice (e lo ripeterà per creazioni successive): vedo che è una cosa buona; viene il sospetto che quando inizia a creare non sa se l'operazione gli riuscirà bene o male.
    Il terzo giorno l'Essere si accorge di aver fatto la luce, ma che non c'è nulla per produrla e piazza il sole in cielo (ma da dove veniva la luce senza il sole?). Poi si accorge che la notte era tanto buia che non si vedeva un bel nulla del creato e piazza in cielo la luna e le stelle. Siccome non c'era nessun'altro, non si capisce chi aveva la necessità di vederci di notte e l'utilità di stelle la cui luce raggiunge la terra dopo milioni di anni luce.
    Il quarto giorno l'Essere crea gli animali delle acque e gli uccelli e dice loro di moltiplicarsi. Perché mai non ha creato il numero giusto subito e perché non ha creato tutti gli animali in una volta sola?
    Il quinto giorno provvede a creare gli animali terrestri, rettili e mammiferi. Si dimentica di dire loro di moltiplicarsi, eppure li ha fatti con gli organi della riproduzione. Siamo quasi alla fine e l'Essere decide di mettere in questa sua creazione qualcuno che gli rassomigli e crea, plasmandolo con la polvere, la terra o la creta (ecco trovata, forse, l'origine della parola cretino, il che spiegherebbe molti aspetti della storia dell'umanità), un uomo maschio, con tanto di pene. All'uomo non serviva a nulla, visto che mancava la donna e ciò dimostra però che l'Essere stesso aveva un pene, riprodotto nell'uomo solo per necessità di rassomiglianza. Cosa molto poco divina.
    Dice all'uomo che il suo cibo sarebbero stati erba e semi e agli animali assegna solo l'erba. O l'Essere era vegano oppure si era dimenticato di aver creato i carnivori, oppure era anticaccia e animalista e non voleva che i leoni mangiassero le gazzelle. Molto tempo dopo ci ripensa e dirà che l'uomo deve mangiare ogni tipo di animale. Si noti che la Bibbia dice che Dio si accorse che le piante non crescevano perché non c'era uomo che lavorasse il suolo, dal che si ricava che l'uomo venne creato come animale da lavoro e che la creazione dei vegetali era stata un po' affrettata. Ma si capisce anche che di piante ne capisce poco perché esse crescono spontaneamente anche senza l'aiuto dell'uomo.
    Alla fine del sesto giorno l'Essere pensa di dare all'uomo un podere già piantato, coltivato ed irrigato, affinché lo coltivi e custodisca. Da chi? Forse doveva controllare che le tigri non mangiassero i cavoli oppure i frutti erano riservati al padrone? Ed infine raccomanda all'uomo di non mangiare i frutti dell'albero della conoscenza del bene e del male, piantato al centro del podere, perche se ne mangi certamente dovrai morire. Quindi il giardino era dell'Essere, che lo faceva coltivare all'uomo per andarvi a passeggiare e per mangiare i frutti. Viene quasi da pensare che l'essere non voleva che Adamo capisse quali erano i suoi diritti: distinguere fra il bene ed il male vuol dire conoscere le regole: perché mai Adamo non doveva conoscerle? C'era il pericolo che piantasse grane al padrone? L'Essere seguiva la regola della beata ignoranza del popolo?
    Si badi che la donna ancora non era stata creata e che perciò essa nulla sapeva del divieto, se non per averlo sentito dire da Adamo: perché mai dopo essa viene criminalizzata quanto e più di Adamo? Essa poteva benissimo pensare che Adamo si era inventata la storiella del divieto per mangiarsi lui i frutti migliori! E si noti come l'Essere esageri quando dice ad Adamo che sicuramente dovrà morire.
    Non è ben chiaro, ma pare che poco dopo, nello stesso sesto giorno, si accorge che Adamo, unico fra gli animali, era solo e non sapeva come moltiplicarsi. Il fatto che la donna non fosse stata creata dimostra che Adamo non doveva moltiplicarsi. E allora crea Eva: fa l'anestesia ad Adamo, gli apre il petto, toglie una costola e richiude la ferita; con la costola forma la donna; tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna: cosa ovvia, Adamo non sa a che cosa serve il pene ed Eva neppure; guardare Eva o una scimmia non faceva differenza. In questo caso però l'essere non ripete il solito ritornello usato dopo la creazione delle altre cose e dell'uomo e non dice ho visto che è una cosa buona. Qualche dubbio sulla donna già ce l'ha.
    È arrivato il sesto giorno e l'Essere fa i piccoli ritocchi appena visti e smette di creare ed è contento di aver finito; e dal settimo giorno non fa più nulla. Siamo quindi di fronte ad un Essere che fa un sacco di casino, che sbaglia e si corregge, che si stanca ed ha un calo di energie; quadro che più si confà ad un bambino che non ad un Essere infinito, onnisciente ed onnipotente; forse era quello che Platone definisce come un demiurgo. Anche tutta la scena della creazione della donna ha un qualche cosa di infantile, come del bambino che gioca al piccolo dottore.
    La storia dell'Eden (poi detto paradiso terrestre dagli interpreti della Bibbia) è ancor più sconcertante.
   Vi è un bel giardino coltivato da Adamo ed Eva i quali non facevano sesso, visto che non si riproducevano e che non è stato detto loro di moltiplicarsi. Nel giardino vi è un serpente che, stranamente, è il più astuto di tutti gli animali selvatici e sa parlare; perché l'Essere aveva dato l'astuzia al serpente che non ne ha mai avuto bisogno? E come mai certi animali sono più astuti dell'uomo? Davvero l'Essere voleva che l'uomo fosse solo un suo sciocco servitore? Pare di sì perché poi così è stato. Il serpente, volendo fregare Adamo (ma se era astuto, qualche cosa ci guadagnava: che cosa?) si rivolge ad Eva. Come mai? Forse l'animale astuto crede di sapere che la donna è più stupida dell'uomo? Eva però non è tanto stupida da non capire che una cosa vietata è senz'altro piacevole e che non le fa male acquistare un po' di saggezza e così raccoglie un frutto, ne mangia e lo fa mangiare anche ad Adamo. L'effetto è immediato: si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
    Questa frase ci fa capire molte cose. I due erano nudi, tutti gli essere viventi erano nudi, e quindi non era cambiato nulla e non c'era proprio di che turbarsi; ci doveva essere quale cosa di diverso e lo si capisce quando i due si coprono con la foglia di fico. Ciò che li turba non è l'essere nudi, ma gli organi sessuali (Adamo non doveva essere gran ché se gli bastava una foglia di fico; se avesse avuto bisogno di una foglia di banano Eva lo avrebbe apprezzato maggiormente). Forse temevano avance sessuali da parte del padrone? Ad ogni modo, o il frutto è un'espressione puramente simbolica, oppure doveva contenere sostanze afrodisiache o stupefacenti che fanno arrapare e congiungere i due umani. Il peccato originale non è consistito nel mangiare la mela … ma il fico!
    Una precisa conferma al fatto che il problema erano gli organi sessuali, si ritrova nella vicenda di Noè che dà scandalo quando, ubriaco, li mette in mostra; e non meraviglia più che la parola Testamento abbia la stessa radice etimologica dei testicoli e che questi organi fossero ricollegati all'Essere.
    Perché l'Essere ci tenga tanto al fatto che i due non facciano sesso, rimane un mistero. O non vuole, giustamente, che due soggetti, non prodotti da creazione diretta, ma impastati alla buona con la terra, si riproducano e gli rovinino l'Eden, oppure inizia già a manifestare le sue tendenze per le vergini e si aspetta lo jus primae noctis.
   Segue il cazziatone dell'Essere ai due umani (farli morire sarebbe stato contrario ad uno dei comandamenti) condannati a vita di sofferenze, e al serpente che dovrà strisciare sulla pancia; chiaro che prima il serpente aveva le zampe. Però, visto che fuori dall'Eden ci sono le spine e fa freddo, riveste con pelli i due umani; con i suoi poteri poteva anche farli pelosi e con la pelle dura. Dalla storia si vede che l'essere non è molto divino; si sentono i suoi passi, parla da solo e, come ogni buon potente, ha la sua guardia del corpo, i cherubini con spada, tipica arma militaresca dell'epoca; ma se l'Essere ha bisogno di essere protetto, ciò significa che ha avversari di pari grado e potenza e si ha l'ulteriore prova che l'Essere è solo uno dei tanti demiurghi.
    Adamo ed Eva però ormai avevano capito il trucco del sesso e appena fuori dall'Eden lo rifanno generando Caino ed Abele. Caino è un estremista verde che coltiva solo vegetali ed odia Abele che alleva pecore e caccia; da buon fanatico lo uccide; la "razza di Caino" non è quella degli omicidi, ma quella dei fanatici.
    Per lungo tempo Adamo ed Eva non ebbero più figli; si sospetta che Adamo si fosse orientato verso le pecore giovani ed è possibile che tutto il "caso Caino" si riduca ad una storia di gelosia fra lui e i due figli che non avevano donne e neppure sorelle con cui congiungersi. Abele offriva all'Essere gli agnelli, ma non si dice se per essere mangiati o per altro uso. Ma è un tema ricorrente nella mitologia e nella favolistica, l'offerta di vergini al drago.
    Alla luce di queste considerazioni, basate strettamente sul testo della Genesi pubblicato dalla CEI, viene da chiedersi: se gli ebrei hanno creduto all'Essere che ordinava di non credere all'esistenza di altri dei, fregandoli, perché ci dobbiamo credere anche noi? Che ne sappiamo noi che l'Essere non fosse proprio il diavolo e che la sua creazione non sia proprio l'Inferno? Ipotesi questa che spiegherebbe molte delle incongruenze viste? Forse se ne può trovare un altro con più pazienza e pacifista, che abbia davvero mangiato il frutto dell'albero del bene e del male e ci mandi solo il bene. Sempre che abbia un qualche interesse al pupazzo di fango creato dal suo concorrente o suddito e non preferisca farlo sparire.

5 marzo 2017